Se vuoi partecipare anche tu al progetto partecipativo “Una Cartolina per Floyd”, qui lo potrai fare in modo molto semplice. E’ un progetto con un obiettivo sociale importante e la tua partecipazione può rendere il messaggio ancora più forte.
Questo progetto è in memoria di George Floyd. Io ho vissuto in America e proprio quando arrivai ci furono due casi analoghi. Vivendo sul posto ebbi modo di toccare con mano i temi del pregiudizio e dell’odio. Ne rimasi scioccato e da allora ne ho fatto l’obiettivo della mia ricerca artistica e personale.
Ho cercato in questi anni di capire l’odio non solo come fenomeno storico e sociale, ma anche sotto il profilo delle neuroscienze. Ho scoperto come i pregiudizi siano molto più sottili ed automatici di quanto non immaginiamo portandoci ad azioni incredibili, anche inconsce[1] .
Il caso di Floyd e i tantissimi altri resi noti sotto l’icona di BlackLivesMatter sono la punta di un iceberg che ha radici ancora oggi molto profonde e difficili da eradicare. La neuroscienziata Rebecca Saxe (MIT) che ha di recente dimostrato che “è facile per una minoranza capire le esperienze di una maggioranza, e che è facile per una maggioranza ignorare le esperienze di una minoranza”[2].
Nel suo breve, ma dolorosissimo saggio, Otegha Uwabga lancia l’ennesimo grido di dolore di una persona che nei nostri anni, in un paese come la Gran Bretagna, sperimenta sulla propria pelle un razzismo “implicito”. E teme che i bianchi si limitino a sensibilizzarsi studiando il problema con il “pericolo che l‘obiettivo finale diventi una comprensione accademica del fenomeno piuttosto di qualcosa di più sostanziale o incentrato sull’azione”[3].
Da questa necessità di azione parte il mio progetto artistico partecipativo.
Ho dedicato a Floyd un artwork intitolato “I Can’t Breathe” (e relativo volume) che puoi vedere nel mio sito nella sezione Blind Sight. Ho rappresentato la sua tragedia come una candela a cui viene spezzato il soffio. In 9 foto (una per ciascuno dei 9 minuti del suo dramma), la candela vive la sua sofferenza, fino a spegnersi completamente.
Se tu vorrai lasciarmi il tuo indirizzo (compilando il modulo riportato sotto), io ti spedirò una lettera. Conterrà una cartolina con quella che ritengo l’immagine più emblematica del mio lavoro, già precompilata nell’indirizzo.
Io sarei felicissimo se tu potessi completarla con qualunque cosa tu voglia e che senti inerente al tema. Puoi scrivere una frase, disegnare qualcosa, attaccare un’immagine, o qualunque altra soluzione le tue emozioni ti suggeriscano.
Dopodichè ti basterà affrancarla, recarti a una buca delle lettere e spedirmela. Tutto qui.
Potrà sembrarti strano ricorrere a un mezzo così lento come una cartolina, in un mondo che predilige la velocità dettata dall’ambiente digitale, ma è proprio il tempo di cui voglio riappropriarmi. Quel tempo che è il valore più grande che è stato tolto a Floyd.
La tua cartolina, assieme a tutte le altre che riceverò, si unirà ad un progetto corale che ci darà l’occasione di dare capire le dinamiche del pregiudizio da vari punti di vista, stimolando una profonda riflessione: può l’arte visiva scardinare i meccanismi inconsci della paura? Può l’arte visiva allenare la parte del cervello dedita alla comprensione e all’accettazione della diversità, attenuando la forza propulsiva della paura?
Grazie di cuore e per ogni dubbio non esitare a contattarmi (lo puoi fare sempre usando il modulo qui sotto)
(1) Ad esempio Fiske-Taylor dimostrano il caso di condanne penali più lunghe/gravi (p96), più facilità a sparare da parte delle forze dell’ordine perchè vedono armi che non ci sono (p379) – “Cognizione sociale” Ed. Apogeo 2009.
(2) Rebecca Saxe talk – min 50’40” https://www.youtube.com/watch?v=rM3gcrTYT6c.
(3) Otegha Uwabga – “Bianchi” ed. I Solferini 202, p35.
If you want to join this participatory project “A Postcard for Floyd”, you can do it here in a very simple way. I have a social goal and your participation can strengthen the message.
This project is in memory of George Floyd. I lived in America. Just when I arrived two similar cases happened. Being there, I was able to better understand how prejudice and hatred are still issues. It was shocking, and since there I made it the goal of my artistic and personal research.
Over the years I have tried to understand hatred not only as a social phenomenon, but also from the novel neuroscience standpoint. I discovered how prejudices are much more automatic and subtle than we imagine, leading us to unbelievable behavior, even in an un unconscious way[1] .
The Floyd tragedy, and the many others well known under the BlackLivesMatter umbrella are the tip of a giant iceberg with very deep roots and difficult to eradicate. Neuroscientist Rebecca Saxe (MIT) recently demonstrated that “it is easy for a minority to know about the experiences of a majority, and it is easy for a majority to ignore the experience of a minority“[2].
In its short, yet very emotional essay, Otegha Uwagba testify her painful condition while experiencing “implicit racism” on her own skin. She also fears that whites are limited to raising their awareness by studying the problem with the “ danger that the ultimate goal becomes an academic understanding of the phenomenon rather than something more substantial or focused on action”[3].
My participatory projects starts from this need for action.
I dedicated to Floyd my artwork “I Can’t Breathe” (and related book) which you can find here on my website in the Blind Sight section.
I represented his tragedy as a candle whose breath is broken. In 9 photos (one for each of the 9 minutes of his drama), the candle experiences its suffering, until its fire and smoke are completely gone.
If you leave me your physical address (by filling out the form here below), I will send you a paper letter.
It will contain a postcard of what I consider the most representative image of the above-mentioned artwork, with the address already pre-filled.
I would be delighted if you could complete it with whatever you want and feel inherent to the Floyd story. You can write a sentence, draw something, attach an image, or any other thing your emotion suggest.
Afterward, just stamp it, go to any letterbox and send it to me. That’s all.
It may seem strange to you – in a world that prefers speed dictated by the digital environment – to use a medium as slow as a postcard. But it is precisely the time I want to regain possession of. That time which is the greatest value that has been taken from George Floyd.
Your postcard, along with all the others I will receive, will join a choral project that will give us the opportunity to understand the dynamics of prejudice from various standpoints. All the contributed postcards will stimulate a deep reflection: can visual art unhinge the unconscious mechanisms of fear? Can visual art train the part of the brain dedicated to understanding and accepting diversity, reducing the driving force of fear?
Thank you so much for your time. And don’t hesitate to contact me for any doubt (you can do it using the form below).
(1) E.g., Fiske-Taylor demonstrate that longer/more serious criminal sentences affect black people (p.96); easier shooting by the police because they see weapons that actually are not there (p379) – “Social Cognition” Ed. Apogeo 2009.
(2) Rebecca Saxe talk – min 50’40” https://www.youtube.com/watch?v=rM3gcrTYT6c.
(3) Otegha Uwabga – “Whites” ed. I Solferini 202, p35.