GG pone al centro della sua ricerca artistica un valore essenziale, l’empatia, una qualità che si riflette non solo nelle sue opere ma anche nell’impegno della sua nascente fondazione “The Plot”. L’artista ispirato dalle neuroscienze comportamentali ci invita a un esercizio quotidiano di apertura mentale, sollecitando il nostro cervello a superare o disinnescare rapidamente emozioni negative come la rabbia e la paura.
Ancora una volta, GG ricorre alla potenza evocativa della metafora. Le antenne che svettano sui tetti dei condomini, proliferando senza logica apparente, sono emblema di disordine e frammentazione visiva. E ancora, i camini: certo qui ci sono ragioni diverse, a volte strutturali, ma sono comunque il riflesso di una divisione, di una separazione anche di spazi fisici. Essi incarnano la mancanza di dialogo e accordo tra i condomini, abitanti di uno stesso edificio ma divisi da piccole e grandi divergenze, talvolta perfino tra familiari.
Questi elementi architettonici diventano così simboli tangibili della separazione umana, della nostra incapacità di costruire un dialogo autentico anche con coloro che ci sono più prossimi. Le divergenze, anche minime, diventano barriere insormontabili, e l’egoismo prevale sul senso di comunità.
L’opera “Roofs” diventa così uno specchio delle dinamiche sociali urbane: attraverso le immagini di tetti affollati e disordinati, GG pone una domanda tanto provocatoria quanto urgente. Siamo davvero capaci di praticare quel dialogo che chiediamo ai potenti e ai governanti? Condanniamo la loro incapacità di comunicare, ma siamo noi davvero migliori? Questo lavoro ci interroga sulla nostra responsabilità individuale, spingendoci a riflettere su quanto siamo disposti a metterci in gioco per creare una società più empatica e connessa.
GG’s artistic exploration revolves around a fundamental value: empathy. This quality permeates not only his artworks but also the mission of his emerging foundation, “The Plot”. Drawing inspiration from behavioral neuroscience, GG challenges us to engage in daily mental exercises, encouraging our brains to swiftly overcome or neutralize negative emotions like anger and fear.
In his characteristic style, GG harnesses the power of metaphor. The antennas jutting out from apartment rooftops, seemingly multiplying without rhyme or reason, symbolize visual chaos and fragmentation. Similarly, chimneys, while sometimes serving structural purposes, represent division and the partitioning of physical spaces. These elements embody the lack of dialogue and consensus among residents—people sharing a building yet divided by minor and major disagreements, occasionally even within families.
These architectural features transform into palpable symbols of human disconnection, highlighting our struggle to foster genuine communication, even with those in close proximity. Minor differences morph into insurmountable obstacles, with self-interest trumping community spirit.
“Roofs”, GG’s artwork, serves as a reflection of urban social dynamics. Through depictions of cluttered, disorganized rooftops, GG poses a thought-provoking and timely question: Are we truly capable of practicing the dialogue we demand from leaders and politicians? We criticize their communication failures, but are we any better? This piece challenges us to examine our personal accountability, prompting us to consider how far we’re willing to go to foster a more empathetic and interconnected society.